ACQUACOLTURA ED ETICA
Rispondiamo a quanti ci hanno scritto a proposito di etica ed acquacoltura, tema sempre di attualità, anche dopo le vicende legate alla polemica relativa alla commercializzazione del salmone OGM, in Canada.
Cari lettori,
l'acquacoltura è chiaramente anche business. Il salmone geneticamente modificato, chiamato AquAdvantage (ADD) progettato dalla compagnia canadese AquaBounty Technologies è al momento al centro di numerose polemiche, riguardanti soprattutto aspetti etici legati al potenziale inquinamento delle risorse ittiche naturali o ai pericoli per la salute umana o ancora, all'importanza di lasciare libero arbitrio ai consumatori permettendogli di poter scegliere tra salmone organico o salmone OGM che dovrebbe essere opportunamente etichettato.
Purtroppo non c'è una linea di demarcazione precisa tra 'interessi commerciali' e 'principi etici', ma è sempre una lotta tra le due parti che, solitamente, non rispecchia altro che una lotta d'interessi. Nel caso del salmone AquAdvantage, che sono maggior motivo di discussione sono almeno 3:
- il pericolo di incrocio tra salmoni d'allevamento e stock ittici naturali: questo è in realtà uno dei problemi più contenuti, infatti il 95% degli stock di salmoni AquAdvantage prodotti sono sterili, viene perciò impossibilitato o per lo meno ridotto, l'incrocio tra i due tipi di organismi. Inoltre i salmoni in questione sono cresciuti in vasche a terra e non in stabilimenti a mare, riducendo ulteriormente il rischio di fughe di pesci allevati. Ciò nonostante, rimane quel 5% di pesci potenzialmente fertili che potrebbero effettivamente andare a 'contaminare geneticamente' la popolazione naturale. Questo 5% rappresenta uno dei punti su cui gruppi ambientalisti e scienziati stanno facendo leva per opporsi alla sua commercializzazione.
- la qualità delle carni del salmone OGM e il potenziale rischio per la salute umana: quello di cui ci si vuole accertare è che le carni del nuovo prodotto e di quello naturale abbiano valori nutrizionali uguali o simili. La Food and Drug Admnistration (FDA), un'agenzia degli Stati Uniti responsabile per la protezione e promozione della salute pubblica, si è occupata di testare la qualità delle carni del salmone OGM e di confrontarle con quelle del prodotto naturale. I test svolti non hanno rilevato differenze sostanziali tra i due, tuttavia questi risultati non sono considerati affidabili da tutti gli enti coinvolti. Ciò che non viene apprezzato di questa ricerca è il fatto che i test siano stati svolti su un numero molto limitato di esemplari, si parla di 6 pesci in totale. Produrre dati di questo genere, su un campione di soli 6 organismi non dovrebbe, a mio avviso, considerarsi un dato rappresentativamente valido.
- l'etichettatura del salmone OGM: purtroppo la commercializzazione del salmone AAD, se avverrà, sarà presumibilmente senza un'adeguata etichetta che ne permetta il riconoscimento. La FDA si difende sostenendo che poiché le carni sono uguali a quelle dei salmoni naturali, non vi sia il bisogno di distinguerle. Tralasciando il fatto che ciò è stato provato non essere vero (vedi http://www.consumersunion.org/pdf/CU-comments-GE-salmon-0910.pdf ), la mancanza di etichetta, non lascerebbe spazio alla libera scelta del consumatore, al quale vengono tolti i mezzi per poter decidere quale prodotto acquistare.
Da questi pochi esempi, ben emerge la difficoltà di controllare e limitare gli interessi economici di un'industria cosi grande e potente a favore dei principi etici. Diversi scienziati e normali cittadini stanno comunque cercando di far sentire la loro voce in tutti i modi possibili. La possibilità di far arretrare l'ombra del denaro su quello che è il campo dell'etica dipende semplicemente da tutti noi. Quanto siamo disposti a sacrificare dei nostri vizi per mettere mano al portafogli e pagare per cibo più costoso che non sia ogm? Siamo noi consumatori a fare la differenza.
Di fianco a questi aspetti principalmente focalizzati sulla questione 'salmone OGM', mi sembra giusto accennare anche un altro aspetto etico legato a quella che è l'industria dell'acquacoltura: la produzione di una maggiore quantità di pesce, che cresce più velocemente e con una minor quantità di mangimi, significa anche prezzi più bassi del prodotto e di conseguenza maggior disponibilità di questo alimento ad una più ampia fetta di popolazione. I benefici derivanti dalla presenza di pesce nella nostra dieta è largamente riconosciuta. In questo senso, la produzione di pesci d'allevamento in maniera sempre più intensiva è considerata un aspetto eticamente positivo. Fino ad ora, si è riusciti a soddisfare la richiesta del mercato semplicemente migliorando le tecniche di allevamento, ora per salire al livello successivo, il ricorso alle biotecnologie sembra l'unica strada, o almeno, sembra la strada che ha vinto in questi ultimi 30 anni. L'utilizzo di questo strumento va via via aumentando, e non solo nell'ambito dell'acquacoltura. Non si può pensare di invertire improvvisamente rotta, abbandonando l'utilizzo di tecniche genetiche nell'industria del cibo, l'unica cosa che si può fare è tenerne monitorati i risultati con quanta più rigorosità possibile.
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